Italian Abstract: Dal punto di vista storico, le sovvenzioni statali vennero introdotte e diventarono prassi comune durante i Secoli XVI e XVII, in concomitanza con l'affermarsi delle teorie mercantiliste, anche se tendenze analoghe si erano già presentate in epoche precedenti. Nel corso di tutto quel periodo, la classe mercantile fu così influente da essere in grado di esercitare forti pressioni, sotto forma sia di suggerimenti sia di richieste specifiche, sulla classe politica. Il sostegno del potere politico risultava indispensabile per la crescita delle compagnie mercantili, dato che erano proprio gli Stati a determinare l'andamento del mercato e a garantire, attraverso politiche ben calibrate, la competitività delle imprese nazionali. Ciò fu reso possibile grazie all'adozione di provvedimenti quali tasse e sistemi di dazi protezionistici sulle importazioni, volti ad agevolare le industrie nazionali e a proteggerle dalla concorrenza estera. Le politiche economiche mercantilistiche si svilupparono in Europa in un momento economico di transizione, che vedeva il declino del sistema feudale da un lato e la nascita degli stati-nazione centralizzati dall'altro. Il mercantilismo fu caratterizzato, oltre che dall'introduzione di nuovi metodi di produzione e commercializzazione, anche dall'affermarsi del progresso tecnologico nel settore dei trasporti — in particolare in quello della navigazione marittima — che provocò una rapida crescita degli scambi internazionali. Il sistema mercantile favorì il perseguimento di due obiettivi: da una parte, contribuì a forgiare il diritto internazionale alla luce degli interessi degli stati-nazione, dall'altra fece sì che i governi nazionali potessero contribuire allo sviluppo del commercio e degli affari. A tal fine, i governi hanno via via sviluppato tecniche atte a monitorare in modo preciso e costante l'andamento dei flussi commerciali in entrata e in uscita, animati dall'obiettivo di mantenere positivo il saldo della bilancia commerciale, mediante l'incremento delle esportazioni a scapito delle importazioni. Tale risultato poteva essere conseguito attraverso la produzione, a livello domestico, di nuovi beni, che potessero sostituirsi a quelli originariamente oggetto d'importazione. In seguito, con l'affermarsi del liberismo economico, contraddistinto dai principi non-interventisti del laissez-faire, le sovvenzioni statali vennero abbandonate fino al XIX secolo, allorquando riemersero le teorie politico-economiche di stampo protezionistico. Fino ad allora, le sovvenzioni erano state impiegate per sostenere, a livello nazionale, piani d'azione economici con finalità sociali e politiche e, allo stesso tempo, per correggere eventuali deformazioni del mercato nazionale. Si diffuse però ben presto il dubbio che gli interventi economici statali, più che portare ai risultati auspicati, potessero danneggiare in qualche modo il libero scambio e la produttività; è proprio per queste ragioni che il Diritto del Commercio Internazionale ha predisposto dettagliate disposizioni a disciplina dei sussidi, in ragione del loro effetto potenzialmente distorsivo degli scambi. Il presente lavoro ha lo scopo di portare all'attenzione di chi legge la distinzione tra sussidi che possono considerarsi indispensabili per il perseguimento di obiettivi leciti e quelli che invece, nascondendo misure protezionistiche, sono in grado di innescare contromisure di carattere commerciale. Questa distinzione sarà calata nell'ambito dei sussidi erogati nel settore delle fonti di energia rinnovabile. Gli Stati continuano infatti a ricorrere ampiamente a sistemi di incentivi pubblici per favorire il settore dell'energia alternativa e rinnovabile, specie in seguito agli obblighi internazionali imposti dal quadro normativo sui cambiamenti climatici a cui sono vincolati. Sostenere ed incentivare l'industria delle fonti rinnovabili rappresenta per un Governo una scelta condivisa ed allo stesso tempo estremamente efficace, come si può evincere dalle parole dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC): “tra gli incentivi più efficaci finalizzati alla riduzione dei gas serra si menzionano le politiche di sostegno ai prezzi (price supports) applicate alla produzione di energia rinnovabile, che tendono a dettare prezzi molto competitivi. Tali pratiche hanno portato ad un'espansione considerevole del settore dell'energia rinnovabile nei paesi aderenti all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), dovuta alla fornitura di elettricità a prezzi ridotti da parte dei produttori di energia elettrica.”